Dopo il rinnovo delle cariche e del cda della Fondazione Cariverona, della quale il Comune di Verona è un importante socio, tra il Sindaco e il riconfermato presidente Alberto Mazzucco è sceso il grande gelo. Ora si aspettano le contromosse dal Comune che non ha nessun rappresentante nel consiglio di amministrazione. Il grande escluso è il presidente del Consorzio Zai Matteo Gasparato, uno dei leader del gruppo di Verona Domani. Il Sindaco è lapidario e dice, riferendosi a Palazzo Barbieri: “Noi facciamo squadra, c’è chi invece vuole giocare da solo”. Il messaggio a Mazzucco è chiaro, d’altronde neppure nei decenni del regno di Paolo Biasi si era mai visto il Comune di Verona escluso dal cda della fondazione. Sboarina non si è sentito solo perchè la sua frase molto chiara è stata detta proprio alla presentazione del Festival della dottrina sociale della Chiesa, dove al suo fianco sedeva quasi al completo il mondo finanziario istituzionale associativo, quel mondo che aveva sottoscritto la carta dei valori: dalla Cisl all’Aeroporto, da Cattolica a Coldiretti alla Camera di Commercio più Apindustria ed altri. Sboarina non ha digerito la nomina dei nuovi vertici avvenuta con una procedura interna e senza interpellare nessun’altro. Il Sindaco vuole dialogo, squadra e strategie comuni e lancia un segnale a Cariverona sul piano Folin, la gigantesca trasformazione del centro storico che sta molto a cuore agli uomini della Fondazione, con fair play ma chi ha orecchie da intendere intenda. Il Sindaco ribadisce che l’operazione, per chi ama Verona, non può essere un problema solo di carattere immobiliare; il bene comune per capirci è di tutti e non solo di chi vuole fare una speculazione immobiliare. A buon intenditor poche parole. D’accordo con lui il Presidente di Cattolica Paolo Bedoni che ha sottolineato come ognuno rappresenti interessi diversi ma che comunque la visione complessiva debba essere comune. Più chiaro di così si muore.