Malgrado la famosa mozione della capogruppo leghista Grassi, che vincola l’intera amministrazione a tenere aggiornato il consiglio comunale su qualsiasi sviluppo nelle strategie industriali di Agsm, i vertici della multiutility scaligera continuano a negare l’accesso agli atti sulle manifestazioni di interesse arrivare da ben 4 multiutility del Nord Italia che aspirerebbero ad entrare in partnership con Verona e Vicenza, precisamente: A2A, Alperia, Ascopiave, Dolomiti Energia.
L’aspetto curioso è che Aim Vicenza, controparte di Agsm nella fusione e dunque anche nella ricerca del partner industriale, agli inizi di febbraio ha rilasciato tutti questi documenti ai consiglieri comunali di Vicenza che ne avevano fatto regolare richiesta.
Dunque, altro che trasparenza, se fosse per Agsm i consiglieri veronesi non saprebbero neanche dell’esistenza di tali manifestazioni di interesse!
La questione non è di lana caprina, dal momento che l’interesse manifestato dall’intero mondo delle multituility del Nord Italia rispetto all’operazione di fusione tra Verona e Vicenza mette in discussione la bontà della linea adottata dal presidente Finocchiaro e dal Sindaco Sboarina i quali, attraverso il fumoso concetto di infungibilità, hanno di fatto blindato la proposta di A2A respingendo ogni richiesta di serio e analitico confronto con le altre offerte.
Alla richiesta di accesso agli atti, prodotta a gennaio, del consigliere Federico Benini, Agsm ha risposto soltanto il 9 marzo 2020 affermando che “il contenuto del percorso di negoziazione per l’operazione di aggregazione e la scelta del partner industriale è coperto da impegno alla riservatezza”. Ma si tratta ormai di un segreto di Pulcinella.
Come Pd ribadiamo che sulla scelta del partner industriale è necessario attivare una procedura di trasparenza tesa a rendere pubblici e dunque confrontali i criteri di scelta e di valutazione.