“Evidentemente governo e parlamentari non hanno ancora capito che siamo in emergenza. La bocciatura dell’emendamento sulla reintroduzione dei voucher semplificati in agricoltura ha il sapore di una triplice sconfitta: prima di tutto del buon senso, in secondo luogo della conoscenza della natura e delle sue stagioni, e infine, ma non meno importante, del bisogno di garantire una integrazione al reddito a chi oggi non riceve lo stipendio o è in cassa integrazione a causa del fermo imposto dall’emergenza sanitaria”. Ad esprimere “rammarico e delusione” è l’Assessore all’Agricoltura della Regione Veneto, Giuseppe Pan, che insieme alle categorie economiche del mondo agricolo veneto (i componenti del Tavolo verde regionale) aveva proposto per primo il ripristino dei voucher semplificati in agricoltura al fine di poter reclutare pensionati, disoccupati, studenti, cassaintegrati nei lavori di stagione in campagna e sopperire così al venir meno della manodopera dell’Est europeo, rientrata in patria per il timore di quarantena o bloccata nei propri paesi a causa dell’emergenza Covid-19.
“La bocciatura in commissione Bilancio dell’emendamento al decreto legge ‘Cura Italia’ sulla semplificazione dei voucher necessari per garantire il lavoro di raccolta nelle campagne mette in pericolo la raccolta di fragole, quella di asparagi e delle verdure a foglia – prosegue Pan – La pavidità e la mancanza di pragmatismo della nostra classe dirigente stanno condannando al macero quintali, anzi tonnellate, di prodotti pregiati, con il risultato di lasciare sguarniti i banchi di negozi e supermercati e di impoverire ancor più il Paese. Ricordo che la reintroduzione dei voucher, sistema di pagamento dignitoso nella remunerazione (circa 10 euro l’ora), tracciabile e trasparente sotto il profilo contributivo – aggiunge l’assessore – è stata caldeggiata anche dalla Commissione per le politiche agricole della Conferenza delle Regioni e discussa con il ministero per le politiche agricole come strumento di intervento emergenziale”. “Purtroppo devo prendere atto che alla fine ha prevalso il riflesso condizionato di chi preferisce il metodo assistenziale del sussidio e del reddito di emergenza, agitando il fantasma di presunti sfruttamenti o del caporalato, piuttosto che promuovere una misura di responsabilità sociale e di incentivo alla buona volontà di tanti cittadini – conclude Pan – Spero solo che il Governo alla fine riesca a battere un colpo e far reintrodurre la norma: altrimenti vorrà dire che pregiudizi e condizionamenti ideologici in questo paese sono più forti e dannosi del Coronavirus”.