Esiste un problema nel problema, si chiama solitudine. A Verona le persone che vivono sole superano le 60.000. Sono pensionati, single e divorziati. Spesso devono arrangiarsi in tutto e per tutto, e in momenti come questi la loro solitudine può produrre o aggravare le malattie, sia fisiche che mentali. E’ un problema non di poco conto, di cui aveva lanciato l’allarme in primis Sandro Veronesi, fondatore di Calzedonia. In un’intervista al Corriere aveva subito evidenziato che la ripartenza sarebbe stata non solo un problema economico ma anche mentale. Parole sante che oggi trovano conferma nelle riflessioni di Marco Trabucchi Presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria. Il mondo delle persone sole in questa occasione si è comportato con molto equilibrio, tutti hanno avuto la sensazione di partecipare ad una grande impresa nazionale e indirettamente li ha aiutati. Trabucchi sostiene che è largamente dimostrato come avere uno scopo nella vita conta di più del colesterolo. Il pericolo però arriva adesso, quando la spinta reattiva cadrà e prevarrà per moltissimi il senso di solitudine, di perdita di speranza e di abbandono. Questo stimolerà l’aggravarsi di altre malattie. Ecco allora che vicinanza, solidarietà e contatti di familiari vicini saranno la più grande terapia insieme all’amicizia e all’affetto per evitare crolli psicologici. Dovremo adoperarci per diventare un’unica grande famiglia, occupandoci sopratutto dei veronesi anziani che vivono in solitudine perché secondo le statistiche, in condizioni come quelle che arriveranno, il rischio di morte può aumentare superando il 20%.



