Il Ministero della salute pubblica una nuova nota dove chiarisce cosa usare e cosa no per le sanificazioni.
Il dicastero ha pubblicato sul sito ufficiale e istituzionale l’ottavo capitolo per evitare il dilagare delle fake news sul covid19. La smentita più importante riguarda l’ozono che alcuni operatori hanno persino proposto come metodologia per le sanificazioni perché sarebbe in grado di sterilizzare gli ambienti e persino l’aria. Ora però il ministero chiarisce che si tratta di una bufala: “Non ci sono evidenze che l’ozono svolga una funzione sterilizzante nei confronti del nuovo coronavirus e che conseguentemente metta al riparo dal contrarre l’infezione”.
Ma l’ozono non è l’unico metodo sconsigliato perché il ministero, al riguardo, spiega che anche per il vapore e i raggi UV non esistano prove che questi combattano il Covid-19 perché mancano studi specifici, come è stato fatto invece per le pratiche di disinfezione specificate dal Ministero.
Sul tema arriva anche la dichiarazione di Marco Benedetti, presidente dell’ANID, l’Associazione nazionale delle imprese di disinfestazione, che rappresenta oltre 400 imprese dell’intera filiera, dai produttori ai distribuori di prodotti sanificanti fino alle aziende di servizio: “Quando sento parlare gli ‘esperti’ in tv su questo tipo di trattamento mi viene da rabbrividire: l’ozono è un gas da utilizzare con molta cura. Serve per sanificare le acque, per contrastare la legionella e in ambito alimentare viene usato per combattere le muffe negli alimenti stagionati. Detto questo non capisco come si fa a proporla in ambienti diversi con una certa disinvoltura. Ricordiamoci, come ha denunciato il Centro antiveleni, che in questo periodo le intossicazioni da ambienti interni sono aumentate del 130%”.
“Le azioni più efficaci per la pulizia della casa e degli ambienti in cui soggiorniamo sono quelle di pulire pavimenti e altre superfici prima con acqua e sapone o altri detergenti per rimuovere lo sporco e poi disinfettarle con una soluzione di cloro attivo allo 0,1% – si specifica infatti – Per la pulizia dei servizi igienici e delle superfici toccate più frequentemente, tipo maniglie delle porte e delle finestre, cellulari, tastiere dei p.c., etc., la percentuale di cloro attivo sale allo 0,5%. Per la decontaminazione delle superfici che potrebbero essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio, dopo la pulizia con un detergente neutro, è possibile utilizzare un disinfettante a base di alcol. Sia durante che dopo le operazioni di pulizia delle superfici è necessario arieggiare gli ambienti”.
Queste linee guida, al contrario di disinfezioni con ozono, vapore o raggi Uv, sono state stabilite nella Circolare del ministero della Salute n°0005443 del 22 febbraio 2020.
Ricordiamo infine che le sanificazioni devono essere certificate: se richiedete quindi questo servizio al termine del lavoro assicuratevi di ricevere documentazioni idonea da poter mostrare in caso di controlli SPISAL.