Di calcio non se ne può più. Eppure si insiste. Lo sappiamo tutti che è solo una questione di soldi, di poco etico sportivamente. Eppure la Figc non molla l’osso, ed arrampicandosi sugli specchi sta facendo di tutto per portare a termine questo campionato: ormai finito nell’interesse dei dimenticati tifosi, ai quali non viene mai data la parola. Noi siamo per “Né vinti, né vincitori”, cioè per il tutti a casa. E’ andata così se ne facciano una ragione “Signori del pallone”. D’altra parte i segnali di fumo ad oggi sono negativi, e chissà se ce ne saranno di positivi. Ancora oggi si legge dell’ennesimo rigetto da parte dei Ministeri della Salute e dello Sport al Protocollo presentato dalla Figc. Dunque semaforo rosso all’incertezza federale a salvaguardia della salute. Uno dei punti che ha fatto storcere il naso è stato quello riguardante la positività di un giocatore che verrebbe escluso dal gruppo, mentre la squadra continuerebbe a lavorare aldilà del possibile contagio. Una proposta peregrina, visto che in casi analoghi chi sia venuto a contatto con una persona colpita dal virus deve isolarsi in quarantena. Dov’è finita l’allocuzione latina “Cum grano salis”? Forse quella sì in quarantena. Intanto al Filadelfia i tifosi del Toro ricordano che: “Migliaia di morti in ogni città, ma voi pensate alla ripresa della Serie A”.
Di Massimo Rosa
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