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Agsm – A2A. Arriva lo stop di Valdegamberi. In politica significa: Zaia e Lega, che si aggiungono a Croce, Tosi, Bertucco & C.

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Ormai è certo che il matrimonio Agsm Aim e A2A non sarà una passeggiata. Dopo la conferenza dei due ex Presidenti Michele Croce e Gian Paolo Sardos Albertini, seguiti dal “like” del Presidente di Serit di Fratelli d’Italia Massimo Mariotti, la fusione è diventata un caso nazionale ripreso dai giornali, siti e dalle agenzie della penisola. A poche ore dalla comunicazione delle denunce presentate in procura all’Anac e alla Corte dei Conti è arrivato il duro attacco dell’ex sindaco Flavio Tosi. Poi c’è l’attività di Michele Bertucco. A mettersi di traverso ultimo, ma solo in ordine di tempo, è arrivato il Consigliere Regionale Stefano Valdegamberi. Vicinissimo al presidente della Regione Luca Zaia e ai leader della Lega del Veneto, in primis Lorenzo Fontana e a Verona l’assessore Nicolò Zavarise. In parole povere, ciò che scrive Valdegamberi si legge Zaia e Lega. L’attivissimo Stefano parte ricordando che: “Già due mesi fa sollevai seri dubbi sul metodo “preconfezionato” con cui il sindaco di Verona trattava a senso unico con la milanese A2a, in vista di future aggregazioni societarie. Mi chiedevo a chi giovasse tale operazione. Ai veronesi? Le tariffe A2a, da un’analisi fatta da esperti, risultano negli ultimi anni mediamente superiori a quelle Agsm. Allora anche il   professore Federico Testa, di area Pd, sollevava critiche sulla trasparenza delle operazioni. Poi, forse i diktat di qualche potere forte gli hanno fatto cambiare idea. Leggo oggi l’incredibile endorsement sui media dello stesso Testa, elogiando ciò che poco prima criticava. Storia già vista, con gli stessi promotori, che ha fatto consegnare a Venezia l’aeroporto Catullo e che oggi vuole  mettere Agsm sotto il controllo di Milano. Ogni voce di dissenso trova spazio  solo sui social. Trento e Bolzano, nonostante più volte abbiano bussato alla porta di Verona sono state brutalmente estromesse da ogni trattativa dal sindaco in persona e dai consulenti nominati dallo stesso Finocchiaro. Finocchiaro, emanazione di Confindustria, infilato a capo di Agsm dal sindaco Sboarina (su ordine di chi?) sta persino usando i soldi degli utenti Agsm per finanziare la campagna mediatica pro-Milano (come risulta da una delibera del Cda). (La barabino e partners, che già lavorava per Glaxo) Come si dice in veronese:” Bechi e bastone'”, con i nostri soldi. Una società come A2a, quotata in borsa, con i debiti quasi pari al fatturato, si sta comportando come un vampiro che ha bisogno ogni anno di nuovo sangue per soddisfare gli azionisti e migliorare le sue prestazioni finanziarie. È questo il percorso migliore per Verona? Dubito. Abbiamo già visto come sono andate a finire operazioni simili. Basterebbe mettere insieme, sotto un’unica strategia, le società contermini alla nostra in un rapporto consortile o di rete di impresa per creare un’aggregazione senza perdere la regia del nostro territorio. Un’aggregazione che può arrivare a 5 miliardi di fatturato, più snella, efficiente e meno indebitata, con una regia locale. Potrebbe contrapporsi benissimo ad A2a, con i suoi 7 miliardi di fatturato. I nostri vicini lungo il bacino dell’Adige, a cui abbiamo chiuso la porta in faccia, attendono un cenno. Attenzione. Finché Verona va a rimorchio di iniziative di altri faremo la stessa fine che abbiamo fatto con l’aeroporto Catullo e con le Autostrade. Uomo avvisato”.


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