Home Articoli_all Decreto Rilancio. Le risorse per il Comune sono insufficienti

Decreto Rilancio. Le risorse per il Comune sono insufficienti

Pubblicità
“Autospurgo

Gli uffici comunali hanno fatto i conti con il Decreto Rilancio, per individuare le risorse di cui il Comune potrà disporre per far fronte non solo ai mancati introiti ma anche per continuare ad erogare i servizi essenziali. Le risorse a sostegno dei Comuni sono assolutamente insufficienti visto che i mancati introiti ammontano a 50 milioni di euro. Facciamo un po’ di chiarezza e scendiamo nel dettaglio. Il Governo istituisce un fondo presso il Ministero dell’Interno con una dotazione per l’anno 2020 di 3 miliardi di euro destinati a Comuni, che riceverebbero un primo acconto parametrato sulle entrate di ciascun ente. L’acconto per il Comune di Verona potrebbe essere pari a 5,2 milioni di euro. Il decreto prevede l’esenzione del versamento della prima rata dell’IMU (quota-Stato e quota-Comune) in scadenza al 16 giugno 2020 per i possessori di immobili ad uso turistico. Per il ristoro ai Comuni, a fronte delle conseguenti minori entrate, viene istituito un fondo nazionale con una dotazione di 158,7 milioni di euro da spartire fra tutti gli enti locali. Il Comune di Verona ha circa 3.000 strutture di questo tipo. Ristoro ai Comuni per la riduzione del gettito dell’imposta di soggiorno: il Fondo istituito per il 2020 è di 100 milioni di euro, con un ristoro calcolato in due dodicesimi dell’imposta iscritta nel bilancio previsionale 2020-2022. Per il Comune di Verona, a fronte di un’entrata prevista di 5 milioni di euro, la somma erogata sarà pari a 883 mila euro, con una perdita stimata in 4,7 milioni. Gli esercizi pubblici titolari di concessioni o di autorizzazioni di suolo pubblico sono esentati dal pagamento di Tosap e Cosap fino al 31 ottobre 2020. Il fondo istituito per il ristoro ai Comuni delle minori entrate è di 127 milioni per il 2020. A Verona i plateatici concessi sono circa 400; la perdita di gettito stimata per il Comune è di circa 500 mila euro.

I numeri e gli effetti finanziari sul Comune di Verona sono stati illustrati oggi dal sindaco Federico Sbaorina e dall’assessore al Bilancio Francesca Toffali durante il punto stampa in streaming. “Purtroppo i numeri confermano che in questa situazione non possiamo andare avanti molto, forse riusciamo a ‘tirare’ qualche mese, ma poi i soldi finiranno davvero – ha detto il sindaco -. Sono passati due mesi e mezzo dall’inizio dell’emergenza e l’unica risorsa arrivata dal Governo è stato il milione e 362 mila euro vincolato però ai buoni spesa per le famiglie in difficoltà. Nulla invece è arrivato per sopperire ai 50 milioni di mancati introiti con cui dovremo fare i conti per garantire l’equilibrio di bilancio. E come avevo previsto, nel Decreto Rilancio c’è davvero poco rispetto a quello di cui abbiamo bisogno. Anche perché, in questi due mesi e mezzo, abbiamo cercato il più possibile di andare incontro alle difficoltà di cittadini e categorie, adottando una serie di provvedimenti e sgravi fiscali che ovviamente generano mancate entrate per il Comune, utilizzate per erogare altri servizi. E nonostante ciò, il nostro ente non ha lasciato indietro nessun pagamento e ha sempre rispettato le scadenze, con i fornitori che tutt’oggi vengono pagati puntualmente. Tra un po’ non ci saranno più soldi nemmeno per loro, il che significa mettere a rischio centinaia di imprese e le rispettive famiglie. Così non si può andare avanti. Ce la stiamo mettendo tutta per trovare un po’ di ristoro – aggiunge il sindaco -, ma siamo di fronte ad una situazione che non si risolve in pochi mesi, ecco perché servono interventi strutturali per consentire una vera ripresa economica del territorio. Le risorse previste nel decreto non solo sono insufficienti ma anche ridicole e soprattutto non si sa quando arriveranno. Basti pensare che il fondo nazionale per rimborsare la tassa di soggiorno potrebbe esaurirsi con le sole perdite di città che vivono soprattutto di turismo, come Firenze o Roma”. Nel dettaglio l’assessore Toffali. “Questa mattina la giunta ha approvato la rinegoziazione dei mutui al 2043, un provvedimento che complessivamente porta un risparmio irrisorio, circa mille euro, ma che ci permette di disporre nei prossimi anni di maggiore liquidità. Infatti per il 2020 significa avere 1,9 milioni – afferma l’assessore Toffali -. Il decreto parla dei fondi a sostegno dei Comuni come di misure definitive, il che è davvero preoccupante perché le risorse previste sono infinitesimamente minori rispetto a quelle realmente necessarie. Dai primi di marzo ad oggi la giunta ha deliberato ben sette provvedimenti per arginare la crisi generale: è stata posticipata la scadenza di pagamento di alcune entrate come Imu, Tasi, Tari, imposta d soggiorno, occupazione suolo pubblico e oneri di urbanizzazione. La settimana scorsa siamo andati incontro ai gestori degli impianti sportivi comunali e dei centri natatori, con sgravi sulle bollette dell’acqua e sui canoni di concessione. Oggi, l’intervento sui mutui. La verità è che i margini di intervento si stanno davvero esaurendo e le risposte dal Governo non sono per nulla esaustive. Tra l’altro, nel decreto non vi è il minimo cenno su quando i Comuni potranno disporre concretamente delle somme a loro destinate”. Misure e sgravi fiscali attuati dal Comune da marzo: L’imposta per la pubblicità, la cui scadenza era fissata per il 31 marzo, è stata posticipata al 30 giugno 2020; sono stati prorogati dal 31 maggio al 31 agosto 2020 i pagamenti per l’occupazione del suolo permanente (Cosap) e la riscossione dei fitti patrimoniali in essere al Comune di Verona; sono stati slittati invece dal 20 aprile al 20 luglio i pagamenti e le dichiarazioni delle imposte di soggiorno del primo trimestre. Inoltre, sono stati prorogati al 30 giugno 2020 le morosità e i relativi accertamenti di pagamento di IMU, TASI e TARI in scadenza dai prossimi giorni. Sono stati poi posticipati al 31 ottobre 2020 i pagamenti dei consumi dell’acqua degli impianti natatori effettuati nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 30 settembre. Le società sportive concessionarie, con scadenza entro 31 luglio 2023, possono chiedere che la concessione sia prorogata di un anno. Il provvedimento è ovviamente subordinato ad eventuali indicazioni da parte dei decreti governativi. Il pagamento dei canoni di locazione e concessione di quest’anno viene inoltre spostato al 31 ottobre.


Questo articolo può interessare ad altri? Condividilo subito!

Mattino di Verona è il nuovo quotidiano di Verona: notizie di cronaca, news, gossip, politica ed economia