Continua l’allarme aviaria a Verona. Dopo gli allevamenti di polli e tacchini colpiti a Ronco all’Adige, San Bonifacio e Nogara, è stata confermata la presenza del virus influenzale sottotipo H5N1 anche in un’altra struttura ad Angiari. Salgono quindi a 10 i focolai per influenza aviaria nel Veronese.
L’analisi filogenetica eseguita sui virus identificati nei primi 4 diversi focolai di HPAI H5N1 di Ronco all’Adige (VR) ha evidenziato che si tratta di virus molto vicini geneticamente il che suggerisce una singola introduzione primaria (presumibilmente da uccelli selvatici) e successiva disseminazione agli altri allevamenti.
Sono più di 200mila gli esemplari coinvolti che dovranno essere abbattuti, a dirlo la sezione veneta del Sivemp, il sindacato dei veterinari, che ha ricordato inoltre le raccomandazioni da parte del Ministero della Salute che richiede: “La più scrupolosa e attenta applicazione delle misure di biosicurezza in tutti gli allevamenti avicoli del territorio nazionale e la necessità di segnalare ai servizi veterinari ufficiali qualsiasi sintomatologia sospetta o variazione anche minima dei parametri produttivi degli allevamenti si assicura il continuo aggiornamento sugli sviluppi della situazione epidemiologica”.
Intanto anche in Francia galline, oche, anatre e tacchini vengono confinati in quanto il rischio per questi animali di contrarre l’influenza aviaria è ‘elevato’ in quel paese. Lo si legge in un’ordinanza ufficiale che parla di ‘moltiplicazione di casi nei paesi vicini’. L’aumento del livello di rischio implica che tutti gli allevamenti dovranno rinchiudere i polli per evitare contatti con gli uccelli migratori, potenzialmente portatori del virus dell’influenza aviaria. Un virus, l’aviaria, che, sempre potenzialmente, potrebbe essere trasmesso all’uomo.

