“Il sì della Giunta al cambio di destinazione d’uso dell’edificio di via Garibaldi richiesto da Patrizia Immobiliare è l’ennesimo atto della anti-pianificazione urbanistica dell’Amministrazione: una decisione che non riguarda un banale progetto di trasformazione di un edificio, ma tutto l’assetto del centro storico nella sua parte più fragile, nonché delle prospettive turistiche per la città – commentano Tommaso Ferrari e Pietro Trincanato, consigliere omunale e presidente di Traguardi -. È semplicemente assurdo che di tutto questo non si sia mai discusso seriamente né in Consiglio comunale né in Commissione urbanistica, e men che meno con la cittadinanza”.
“E altrettanto assurda è la vicenda del contributo di sostenibilità da 2,1 milioni di euro previsto per l’operazione, pretestuosamente destinato alla sistemazione della viabilità nella zona del Teatro Romano per provare a rendere più digeribile il progetto presentato dagli assessori Segala, Zanotto e Toffali – dicono i due -. Dell’originario Piano Folin, che doveva prevedere la realizzazione contestuale di nuovi musei e spazi sociali, si è persa ormai ogni traccia, mentre le compensazioni presentate sono terribilmente vaghe e non sono chiari né la fattibilità né i costi. Basterà il contributo di sostenibilità per realizzare il sottopassaggio per le auto che, pur non essendo risolutivo, sarebbe l’unico a garantire la pedonalizzazione dell’area davanti al Teatro Romano?”.
“Oltretutto, se predisposto per tempo, un progetto simile avrebbe potuto essere realizzato con fondi Pnrr, senza doversi legare alla realizzazione di un hotel per la quale serve fare una deroga al divieto di nuove strutture alberghiere in centro storico – dicono da Traguardi -. Un precedente pericoloso, perché non si capisce con che criterio si potrà dire di no, in futuro, ad altri progetti analoghi”.
“Fin dall’inizio del dibattito sul patrimonio immobiliare legato a Fondazione Cariverona, Traguardi ha chiamato l’amministrazione alle sue responsabilità: non siamo sordi a priori alle legittime richieste di Fondazione, impoverita da scelte e condizionamenti dell’era Tosi, ma chiedevamo l’apertura di un tavolo di confronto trasparente, in cui il Comune dialogasse con Patrizia e Fondazione Cariverona, coinvolgendo i cittadini. A più di tre anni di distanza, assistiamo alla resa incondizionata dell’amministrazione Sboarina, non tanto davanti a Fondazione Cariverona – che non è né può essere considerata un nemico della città – ma di fronte a quel mandato a pianificare il futuro di Verona che dovrebbe essere il compito più alto di chi governa la città”, concludono.