Dopo cinque anni tornano i voucher per l’agricoltura. A chiedere il reintegro di questo prezioso strumento sono Confagricoltura e Cia – Agricoltori Verona dopo che tutte le forme sostitutive messe in atto si sono rivelate complicate e di difficile utilizzo.
La legge di bilancio del governo Meloni reintroduce i buoni lavoro con un valore nominale di 10 euro lordi all’ora e un tetto di reddito per i lavoratori fissato a diecimila euro. I voucher quindi non saranno più riservati solo a pensionati, giovani e disoccupati, ma includeranno anche tutte le alte categorie.
“Siamo felici della reintroduzione dei voucher – sottolinea Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona -, strumento che per le imprese agricole si è rivelato assolutamente importante e che ci ha dato e ci darà la possibilità di assumere manodopera, anche per brevi periodi, con una burocrazia molto ridotta. Inoltre, i voucher concorrono a combattere il lavoro irregolare in quanto il lavoratore viene messo in regola e si vede versati i contributi. Molto bene anche l’innalzamento del tetto per l’utilizzo dei buoni lavoro, che sale a diecimila euro, per un massimo di 45 giorni lavorati”.
“Abbiamo chiesto con forza la loro reintroduzione in questi ultimi anni di grande difficoltà nel reperire la manodopera, che ha portato a veder marcire tante produzioni nei campi – sottolinea Andrea Lavagnoli, presidente di Cia Verona -. È auspicabile che si superi un approccio ideologico allo strumento come si è fatto finora: se vi sono degli illeciti vanno colpiti, ma non si può mettere in discussione la validità dello strumento”.
“I voucher vengono utilizzati per prestazioni meramente occasionali e accessorie – aggiunge Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto -, da svolgere nei momenti di maggiore necessità. Non vanno, dunque, a penalizzare il lavoro agricolo subordinato, che non può essere retribuito con i buoni lavoro. I dati dell’Inps del 2016 avevano già evidenziato come, in agricoltura, fossero usati senza alcuna forma di abuso, dato che costituivano solo il 2% dei voucher complessivi utilizzati nel mondo del lavoro”.
Secondo i dati dell’Inps relativi al 2016, ultimo anno in cui furono utilizzati prima della loro abolizione, nei primi otto mesi del 2016, in Veneto, sono stati venduti complessivamente 223.840 voucher per le raccolte nei campi.