Questa settimana è uscito il rapporto Mal’Aria 2023, che evidenzia livelli di inquinamento atmosferico ancora troppo alti in molte città italiane e lontani dai nuovi limiti normativi previsti dalla nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria, che entreranno in vigore il 1° gennaio 2030.
Il 76% delle città monitorate superano i limiti previsti per il PM10 e l’84% supera quelli per il PM2.5. Per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2), il 61% delle città supera il limite previsto per il 2030. Il tasso di riduzione delle concentrazioni di PM10 e NO2 a livello nazionale è del 2% e del 3%, rispettivamente: un tasso troppo lento per sperare di rientrare nei limiti previsti per il 2030. La mancanza di una riduzione costante delle concentrazioni di PM10 e NO2 mette infatti a rischio la salute dei cittadini che dovranno respirare aria inquinata per ancora troppo tempo. Per questo è necessario un cambio di passo.
Tra le città più inquinate d’Italia c’è anche Verona, come tutto il bacino Padano: la nostra città si piazza 18esima tra le città con una centralina oltre il limite di legge, sforando per ben 59 giornate i limiti di emissione di PM10 nel 2022.
Verona necessita di una riduzione di concentrazione in tutte le componenti prese in esame: PM10, PM2,5 e del Biossido di Azoto (NO2) rispettivamente del 38%, 44%, 7%, mentre sul PM2,5 non è possibile fare il raffronto.

