Neve dimezzata sulle Alpi, laghi e fiumi in forte sofferenza, quasi in secca come la scorsa estate, corsi d’acqua che hanno raggiunto uno stato di severità idrica “media” dal Fiume Po, all’Appennino Settentrionale e Centrale. È il quadro delineato da Legambiente che reputa “preoccupante la carenza di neve, con il 53% in meno sull’arco alpino, e in particolare il bacino del Po, con un deficit del 61%”, secondo i dati di Cima Research Foundation. Preoccupa anche il deflusso mensile dell’Adige che rispetto alla media storica, è risultato inferiore del 17%.
L’ATO, Consiglio di Bacino Veronese, guarda avanti e pensa all’eventuale siccità estiva. In questo mese l’ente sta tenendo riunioni di zona con gli amministratori del territorio scaligero per approfondire alcuni aspetti della Carta del Servizio, ma anche per condividere le buone pratiche per l’utilizzo dell’acqua potabile e la tutela della risorsa idrica in vista dei mesi più caldi.
Affrontare la siccità estiva richiede l’adozione di procedure organizzative adeguate a tutti i livelli della filiera di chi utilizza l’acqua. Anche gli Enti locali devono fare la loro parte, dando il buon esempio. Nei momenti di crisi idrica bisogna adottare misure adeguate riducendo, a mano a mano dell’aggravarsi della situazione, tutti i consumi interrompibili.