La Provincia di Verona si faccia parte attiva con Regione e Governo nella trattativa con Intel, il colosso dei microprocessori che ha avviato un ambizioso e strategico piano di investimento in Europa che può generare ricadute importanti anche sul territorio veronese, in quanto un’area del Comune di Vigasio verrebbe presa in considerazione per insediare lo stabilimento italiano.
Questo, in estrema sintesi, il contenuto dell’ordine del giorno depositato dai consiglieri provinciali Pd Alessio Albertini e Luca Trentini, che illustrano: “Il Veneto e Verona possono mettere a disposizione del progetto un importante asset infrastrutturale per favorire anche gli scambi commerciali nel mercato europeo. Inoltre è auspicabile che sin d’ora le istituzioni a tutti i livelli si impegnino ad attuare politiche attive del lavoro mirate ed efficaci per individuare professionalità e competenze nel territorio spendibili nella progettualità in questione. Il nostro auspicio – continuano – è che il documento possa essere condiviso da tutti i consiglieri al pari della mozione, del medesimo tenore, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale del Veneto lo scorso 17 gennaio”.
Aggiunge Cesare Nicolis, Segretario del Circolo Pd di Vigasio: “Se Vigasio sarà prescelta la ricaduta sul territorio sarà importantissima. Ma questa è una occasione per tutti, imprese e Università, destinata a promuovere anche nuove attività ad alto valore aggiunto.
Prima d’ora la Provincia non si era mai espressa sulla trattativa in corso, per la quale ora si auspica una intensificazione. A distanza di un anno dall’annuncio del piano (15 marzo 2022), le dichiarazioni pubbliche dei vertici aziendali del colosso statunitense di produzione di chip fanno scorgere sensibili progressi per la realizzazione dei due nuovi stabilimenti per la produzione di semiconduttori a Magdeburgo, capitale dello Stato federato Sassonia-Anhalt, mentre per quanto riguarda gli investimenti in Italia, che nei piani dell’azienda riguarderebbero impianti di microassemblaggio dei chip (back-end e package, operazioni di seconda fase ma più sensibili ad innovazioni), le trattative risultano ancora in corso a livello nazionale, europeo e regionale.
Il valore degli investimenti che interesseranno il Vecchio Continente ammonta, di base, a 33 miliardi di euro. La ricaduta sullo stabilimento italiano sarebbe di almeno 4,5 miliardi con 1.500 assunzioni dirette e altri 3.500 posti di lavoro creati nell’indotto.
“Verona può e deve giocare questa partita che la terrebbe agganciata all’evoluzione dell’economia mondiale post Covid” dicono i consiglieri. Scopo ultimo di Intel, infatti, è di rafforzare la resilienza delle filiere di approvvigionamento di microprocessori che negli ultimi tempi hanno vissuto una grave crisi, sia a seguito della pandemia, sia per i sempre più difficili rapporti con Taiwan dove attualmente avviene il 90% della produzione mondiale di chip. Alla fine del processo la quota della produzione Europea dovrebbe salire dall’attuale 10% al 20%. Con Verona, auspicabilmente, protagonista.