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Consumi: nel 2023 verso crescita zero, a pesare l’aumento dell’inflazione

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Secondo Focus del nuovo anno dell’Osservatorio Economia e Territorio condotto dal Centro Studi Sintesi sull’andamento dell’economia del Veneto nel primo trimestre 2023 e le previsioni per il prossimo trimestre.

I dati relativi al Pil dicono che finalmente la pandemia è conclusa: quest’anno si tornerà ai livelli pre-Covid con un +2% rispetto al 2019. Ma il dato che preoccupa di più è quello relativo ai Consumi. Le previsioni di tre mesi fa stimavano una crescita per il 2023 del +1,8%: le ultime proiezioni, invece, fotografano una sensibile frenata dei consumi per l’anno scorso (+0,7%).

Su questo incide fortemente l’inflazione che in Veneto nel mese di marzo ha registrato un +7,1% (in Italia +7,6% a marzo, e +8,3% ad aprile). Se la si assomma all’aumento registrato già nello scorso anno, si arriva ad una inflazione a doppia cifra in due anni, mai raggiunta dagli anni Settanta. Questo dato va ad erodere i consumi già fortemente penalizzati dagli aumenti dei costi energetici e di alcune materie prime. Il dato di previsione sui consumi è quindi peggiorativo rispetto ai dati di previsione del Focus dello scorso gennaio. La tendenza, se si confermerà anche nei prossimi mesi, è che il 2023 si chiuderà con una crescita Zero per il Veneto, allineato con i dati di previsione dell’intero Paese. Meno consumi significa meno attività da parte delle micro e piccole imprese che lavorano al dettaglio, con conseguente contrazione del fatturato potenziale.

Buona la performance degli investimenti per il quale si attende una crescita  del +4,1% e per l’Export che traina l’intera regione ed è in crescita del + 16% rispetto al 2021. A testimonianza della vitalità del tessuto produttivo veneto e della preziosa artigianalità che rappresenta il Made in Italy ed è apprezzata in tutto il mondo. 

Un cenno sui dati relativi alla Demografia d’impresa. Va detto che i primi mesi del nuovo anno sono sempre connotati da un calo fisiologico dovuto alle cessazioni di fine anno. Ma è interessante rilevare come le imprese abbiamo comunque ripreso a ‘nascere’: in Veneto siamo arrivati quasi ai livelli del 2019 anche come attività imprenditoriale. In flessione le imprese del settore edile a causa dell’impatto negativo del Superbonus, ma Utilities, Servizi e Servizi alla Persona proseguono un consolidato trend in salita. Buona la performance dell’Export che, nel 2022, ha registrato un +16% nei confronti del 2021.

“I dati di questo Focus – commenta il Presidente CNA Veneto Moreno De Col – dimostrano come le imprese  stiano già facendo la loro parte per sostenere la ripresa economica del territorio. Ma serve anche una dinamica di politica industriale più spinta. Per combattere l’inflazione, bisogna intervenire in maniera strutturale sul costo del lavoro e sulla tassazione così da facilitare e dare maggior spinta al potere di acquisto e ai consumi. E ancora, detassare i rinnovi contrattuali legati alla bilateralità, approntare politiche di contenimento costi delle materie prime contro ogni speculazione”.

“Il risultato del Pil  – aggiunge il Segretario CNA Veneto Matteo Ribon – è frutto anche di investimenti e di spinta all’export delle piccole e micro imprese che, riorganizzandosi in questi anni post pandemia, stanno rilanciando l’economia. Ma per sostenere le imprese in questa spinta vanno aiutati i processi di transizione verso il digitale e la sostenibilità. Servono incentivi mirati e strumenti concreti verso queste dinamiche”.


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Redazione
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