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Tosi: “Riformiamo il codice penale, solo in Italia una guardia giurata va in galera per aver fermato dei rapinatori”

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“L’Italia credo sia l’unico Paese occidentale che condanna a nove anni e mezzo una guardia giurata che è stata obbligata a sparare verso l’auto di tre rapinatori seriali che lo stava volutamente investendo. Accidentalmente uno dei banditi è morto. Ecco, la giustizia italiana ha delle storture grossolane: si punisce la guardia giurata, che in pericolo di vita è stata costretta a sparare a dei malviventi che avevano rapinato l’azienda cliente della società per cui lavorava, con una pena che non prendono nemmeno dei criminali efferati. Davvero è un mondo al contrario, dove si scambiano le guardie con i ladri, i cittadini onesti con i delinquenti”.

A dirlo Flavio Tosi, deputato di Forza Italia, che s’interroga sull’ingiustizia che sta subendo Massimo Zen, la guardia giurata di Cittadella condannato dalla Cassazione a nove anni e sei mesi per i fatti del 22 aprile 2017.

Tosi la definisce “una sentenza ideologica di magistrati che forse non hanno in grande simpatia chi ogni giorno lavora, spesso sottopagato, per la sicurezza nelle strade, che si tratti di forze dell’ordine o di vigilanza privata”.  Tosi solidarizza con Zen “che per vent’anni ha onorato il suo lavoro” e che “comprensibilmente ora si domanda chi glielo ha fatto fare”. “Una domanda lecita quella di Zen – commenta Tosi – alla luce del sistema di giustizia che abbiamo. Quei tre malviventi a cui Zen ha sparato, erano dei rapinatori seriali e quel giorno avevano rapinato l’azienda cliente della società per cui lavorava Zen. I banditi erano in fuga dai Carabinieri e Zen, nel contesto del suo lavoro, ha provato a fermarli, prima mettendo la sua auto di traverso e poi, dato che i banditi gli stavano piombando addosso, sparando. Cosa avrebbe dovuto fare? Farsi ammazzare? La stessa procura generale aveva chiesto di annullare la pena e tornare in Appello”.

Tosi si rivolge alla sua maggioranza e al suo Governo: “Dobbiamo rivedere le leggi. Nella riforma in itinere del codice penale siamo chiamati a rivedere anche le norme che hanno permesso a dei magistrati ideologicamente prevenuti di poter trovare il pretesto per condannare Zen. Abbiamo la maggioranza parlamentare e siamo al governo. Il centrodestra storicamente è dalla parte di uomini e donne che lavorano per la sicurezza dei cittadini. Casi come quello di Zen non devono più ripetersi”.   


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Redazione
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