Non si placa la polemica relativa alla vivibilità all’interno del carcere di Montorio, le cui criticità sono state più volte messe in luce dalla Polizia Penitenziaria e dalla Direttrice della struttura. In particolare colpisce la scoperta, riferita da chi vive il carcere ogni giorno, che molti detenuti con problemi psichiatrici talvolta gravi, durante la somministrazione di dosi di metadone o antidepressivi, non sarebbero seguiti dal personale medico preposto a causa probabilmente di carenze di organico nel personale sanitario alle dipendenze del’’Ulss, ricevendo la dose direttamente in mano e spesso quindi non assumendola ma rivendendola ad altri detenuti con le conseguenze che si possono intuire.
Per andare in fondo a questa vicenda l’on. Flavio Tosi di Forza Italia ha presentato proprio nella giornata di ieri un’interrogazione al Ministro della Giustizia Carlo Nordio e al suo Vice Francesco Paolo Sisto chiedendo di avere informazioni sul numero e la tipologia di farmaci forniti ai detenuti nelle carceri italiane, con particolare riferimento alle strutture di Brescia e Verona, dove questa pratica è emersa. “Questa criticità ci è stata esposta in modo preoccupato dalla Direttrice della Casa Circondariale di Montorio – spiega Tosi – ed è ritenuta sia da lei che dal sottoscritto causa dei gravi disagi, talvolta anche con esiti fatali, che si verificano all’interno della struttura, come più volte peraltro segnalato anche dalla Polizia Penitenziara. È evidente quanto sia fondamentale andare in fondo alla vicenda senza reticenze o polemiche, poiché si tratta della sicurezza quotidiana di detenuti e lavoratori all’interno delle strutture carcerarie.” Qualche settimana fa è giunta anche la lettera di un detenuto all’Associazione Sbarre di Zucchero, molto attiva sul fronte del supporto a chi deve scontare una pena all’interno delle carceri, in cui vengono denunciate le stesse pratiche. “La legge italiana parla di rieducazione e reinserimento – interviene Patrizia Bisinella, capogruppo di Fare! in Consiglio Comunale a Verona e prima firmataria di una mozione proprio sul benessere all’interno delle mura del carcere veronese – ottenere questi obiettivi senza intervenire su quanto avviene ogni giorno nella vita di chi è recluso dietro alle sbarre di una cella è impossibile. È quindi dovere di tutti noi, istituzioni, media cittadini, aziende, associazioni farci partecipi dei questo problema e intervenire in modo costruttivo”.