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Corteo studentesco a Verona: “Siamo lo Zero da cui ripartire, il futuro è nostro” – FOTO

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Anche a Verona gli studenti scendono in piazza per chiedere di ripartire da scuola, università e cultura: “Come Rete degli Studenti Medi di Verona, insieme all’Unione degli Universitari di Verona, siamo scesi in piazza nella nostra città, siamo stanchi di una giunta regionale sorda e negazionista, di un’assessora all’istruzione filofascista. Ad una politica che ci vuole zitti e buoni rispondiamo con più di 350 studenti in piazza – dichiara Camilla Velotta, coordinatrice provinciale della Rete degli Studenti Medi di Verona – Abbiamo scritto una piattaforma nazionale che porta le nostre istanze e le nostre proposte: impegni e investimenti sull’edilizia e sul diritto allo studio, definanziato anche da questa Legge di Bilancio. Chiediamo di investire sulla Salute Mentale, come chiediamo soluzioni alla precarietà a cui siamo condannati”. 

Le rivendicazioni sono gli investimenti sul diritto allo studio, un piano strutturale sull’edilizia scolastica e interventi sul caro libri. In piazza anche per chiedere che si riconosca il problema delle malattie mentali e che si investa sullo psicologo scolastico e lo psicologo di base. Molte delle rivendicazioni vertono, poi, anche sulla precarietà e su interventi mancanti nella legge di bilancio per prevenire lo sfruttamento del lavoro.

“Come giovani e Studenti siamo considerati ZERO in Italia e in particolare a Verona, dove le uniche occasioni di confronto con l’Ufficio Scolastico Provinciale sono state puramente di facciata, prive di un reale interesse nell’ascoltare le istanze che la comunità studentesca propone e i disagi che manifesta.

Il grido che oggi si è sentito nelle strade veronesi è quello di una generazione stanca ma speranzosa: “SIAMO LO ZERO DA CUI RIPARTIRE, IL FUTURO È NOSTRO!” perché quello zero che rappresentiamo ora possa diventare il motore per un radicale cambiamento del sistema economico, scolastico e sociale – conclude Velotta – Oggi Verona deve aprire le orecchie, non può più ignorare l’emergenza climatica e sociale.”


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