Si è tenuto nella giornata di martedì a Tregnago, il quinto e conclusivo appuntamento organizzato dal GAL Baldo-Lessinia per incontrare sul territorio di competenza sindaci, amministratori e soci privati. Un tavolo di ascolto e di confronto per analizzare punti critici, debolezze e fragilità del territorio montano scaligero, ma anche per immaginare e condividere progetti, idee e soluzioni per il futuro.
Cinque incontri, iniziati il 28 novembre scorso, collocati all’interno di cinque macro aree, ai quali sono stati invitati 39 sindaci, amministratori locali e partner privati del GAL con lo scopo di fornire anche un puntuale aggiornamento sullo stato di avanzamento del Programma di Sviluppo Locale in corso e sulle tempistiche della nuova Programmazione.
Tra le tematiche evidenziate c’è la volontà di creare e incentivare la nascita di servizi per evitare lo spopolamento e l’invecchiamento rapido della popolazione. Per farlo è emersa la necessità di ricostruire piccole reti sociali attraverso il potenziamento di iniziative nel campo dell’istruzione, dei servizi socio-sanitari, dei trasporti, della telemedicina e quindi delle infrastrutture, in particolare delle reti di connessione telefonica e web.
“È finito il periodo dei finanziamenti a pioggia e per beni materiali fini a se stessi – commenta il presidente del GAL Baldo-Lessinia Ermanno Anselmi -. In futuro sarà necessario guardare a progetti che garantiscano prima di tutto una sostenibilità sociale delle comunità che abitano la montagna. Da queste serate di confronto sono emersi alcuni temi urgenti e trasversali a tutto il territorio montano. C’è la questione dei servizi, particolarmente sentita dalle famiglie e dalle giovani coppie disposte ad abitare in montagna se supportate da una rete di sostegno che renda accettabile la loro quotidianità – prosegue Anselmi -. C’è il tema della digitalizzazione, ancora non omogenea e ormai indispensabile. E c’è un altro punto, ancora più importante, che riguarda i comuni: le amministrazioni comunali montane hanno la necessità di ricevere soldi e finanziamenti strutturali alla spesa corrente piuttosto che in conto capitale. Non ha più senso ricevere dei fondi per costruire una grossa infrastruttura se poi non si hanno le economie per farla funzionare o per provvedere alla manutenzione nel tempo. Va data priorità alla nascita di piccoli servizi, essenziali per queste comunità e il GAL potrebbe assumere un ruolo di regia”.
“Durante queste serate è stato illustrato anche lo stato dell’arte dell’attuale Programma di Sviluppo Locale che ha permesso di finanziare ben 252 progetti – aggiunge la direttrice del GAL Baldo-Lessinia Elisabetta Brisighella -. Un impegno concreto che si può tradurre economicamente in 10.339.877 di euro di aiuti concessi, di cui oltre la metà già liquidati da Avepa. La bella notizia è che il 2 dicembre l’UE ha approvato il Piano strategico italiano per la nuova Politica Agricola Comune. Una notizia importante perché apre la strada ai decreti attuativi e ai bandi regionali di cui anche il nostro GAL si occuperà. Gli aiuti complessivi attribuiti al nostro Paese sono circa 37 miliardi di euro, che verranno convogliati in azioni che favoriscano la vitalità delle zone rurali, che contrastino lo spopolamento, la povertà e il degrado ambientale, e che garantiscano sviluppo e progresso economico del territorio montano”.