“Rispetto per chi è morto, ma no a santificazioni laiche e ricostruzioni ideologiche dei fatti”. Così interviene l’europarlamentare di Forza Italia Flavio Tosi, dopo gli atti vandalici al presidio dedicato a Moussa Diarra, il giovane morto lo scorso 20 ottobre dopo l’intervento della Polfer alla stazione di Verona Porta Nuova.
“Sbagliato vandalizzare il presidio – dichiara Tosi – serve rispetto di fronte a un ragazzo morto, però quel presidio non assurga nemmeno a intoccabile santuario laico. Moussa non è lo Jan Palach di Piazza Venceslao a Praga, o un altro eroe nazionale; Moussa era una persona socialmente pericolosa, che ha attentato alla vita degli agenti della Polfer e prima aveva aggredito altre persone”.
Parole dure, quelle del parlamentare forzista, che punta il dito contro quella che definisce “la ricostruzione mendace dei fatti”, avanzata dal Comitato per Moussa, accusandolo di voler “colpevolizzare l’agente della Polfer e politicizzare questa triste vicenda con toni ideologici”.
“Del resto – aggiunge Tosi – il Comitato è animato dalle forze antagoniste della sinistra radicale e dunque non mi sorprende che insista a politicizzare questa triste vicenda. E così addita il poliziotto, omettendo i fatti e cioè che Moussa Diarra quella mattina ha cercato di aggredire mortalmente degli agenti della Polfer e prima ancora aveva minacciato altre persone”.
Secondo l’europarlamentare, vengono “deliberatamente ignorati dettagli fondamentali”, come il fatto che “l’agente ha sparato più volte in aria per dissuadere Moussa e ha agito in una situazione di estremo pericolo per sé, per il collega e per i cittadini presenti in stazione”.
Tosi riserva poi un affondo anche all’amministrazione comunale: “Purtroppo, la retorica manipolatoria del comitato è legittimata e avallata anche dall’amministrazione comunale di sinistra, la cui unica posizione ufficiale sulla vicenda in questi mesi è stata espressa dall’assessore Buffolo, che ha attaccato pesantemente e vergognosamente le forze dell’ordine affermando che esse hanno risposto a colpi di pistola al bisogno di aiuto e cure. Non sorprendiamoci se poi la realtà viene ribaltata”.
Un intervento destinato a riaccendere il dibattito politico e sociale su una vicenda che continua a dividere profondamente l’opinione pubblica veronese.